domenica 27 gennaio 2013

Nel giorno della memoria per ricordare le vittime delle persecuzioni. Il contributo della letteratura per far sì che nessuno dimentichi le vittime dell'antisemitismo.

Oggi 27 gennaio si celebra il giorno della memoria. Il ricordo di milioni di ebrei caduti vittime delle atroci crudeltà dei nazisti durante la seconda guerra mondiale. Un omaggio dovuto per scongiurare il pericolo che possa mai verificarsi nuovamente un simile inferno sulla terra, ad opera di pazzi fanatici mossi da quella diabolica follia che li priva anche del più piccolo granello di lucida umanità.
Le nuove generazioni che hanno la fortuna se non il privilegio di nascere sotto l'egida della democrazia e della libertà, sono così portate a conoscenza di un passato che seppur lontano, riecheggia nei racconti di coloro che direttamente o indirettamente hanno subito le conseguenze della persecuzione. Il fantasma dell'antisemitismo, i cui nefasti effetti sono riportati  nei libri di scuola, aleggia tra le strade, nelle piccole case del ghetto ebraico, tra le mura dei discendenti di migliaia di persone internate nei campi di concentramento. Oggi quel grido di dolore risuona forte, chiede di essere acoltato, compreso e rispettato. Viva è la partecipazione a convegni, rassegne e interviste a coloro che possono testimoniare la loro drammatica esperienza e che hanno visto con i loro occhi gli occhi dei loro persecutori nei campi di sterminio, i cui nomi Auschwitz, Dacau, Buchenwald fanno tremare al solo pensiero. Luoghi che possono essere  considerati veri gironi infernali, ma ben più  oscuri e terribili di quelli cantati dal nostro grande poeta.
Anche la letteratura porta il suo contributo.

Per tale motivo segnaliamo il libro di una giovane scrittrice che ha voluto cogliere il dramma del popolo ebraico perseguitato dalle leggi razziali, creando un piccolo ma intenso romanzo. Rosa  Orsini ha pubblicato "L'eco dei Ricordi" prendendo spunto dalla storia di una  giovane ragazza di provincia, la cui vita ad un certo punto la porta a ricercare le cause oscure dei suoi tormenti. In un'Italia di fine 900, dove il perbenismo e l'ipocrisia fanno da padroni, dovrà confrontarsi con una verità cruda e spietata. Il rinvenimento della fotografia di una ragazza ebrea di cui ignorava l'esistenza, tra le carte nascoste in un  vecchio comò nella casa di famiglia,  scatenerà in lei un sintomatico stato confusionale. La giovane protagonista  sarà chiamata dal destino a rispolverare le tracce di un passato tenuto volutamente a tacere riscoprendo le radici profonde della sua esistenza.
Un dramma a posteriori che narra degli effetti inconsapevoli di una realtà, quella realtà crudele che qualcuno per motivi personali e di facciata cercò o ha cercato di nascondere, dissimulandola, omettendola. Il romanzo porta alla luce ciò che il post fascismo volle ceare: una società fittizia e perbenista, che reclutò i protagonisti se non i responsabili delle persecusioni dando loro una nuova identità.   Una società che in qualche misura cercò di tirarsi fuori dalle responsabilità della guerra  contro gli ebrei. Un'accanimento  circoscritto all'interno di un conflitto a  se stante, parallelo, pur facendo parte di un ambizioso e folle progetto egemonico, in cui la Germania  mosse le sue truppe  contro quello che considerava il nemico  più temuto da combattere, al pari di una qualsiasi grande potenza, infliggendogli torture che andavano oltre il limite dell'umanità. Un nemico che si trovò suo malgrado ad essere perseguitato senza aver alcuna possibilità  di difendersi perchè non faceva corpo come nazione politica e pertanto non era dotato di un presidio militare creato per difenderlo.
L'autrice toglie il velo che nasconde il vero volto dei colpevoli, strappa il sipario, lacera quell'artificiosa parvenza di ipocrita perbenismo di cui si vestirono coloro che furono spettatori di quelle dramatiche vicende. Ma il passato riappare prepotente nele loro vite, e il suo grido è come un 'eco straziante che risuona nell'aria. Chiede di essere ascoltato conosciuto, vendicato. Cosicchè i protagonisti devono fare i conti con  la sua imbarazzante presenza ed affrontare le conseguenze dei loro gesti. Una chiave diversa, una prospettiva moderna e attuale di come il dramma sia vissuto dai figli e dai nipoti di quella generazione che ebbe la sfortuna di nascere e morire durante il secondo conflitto mondiale. Un libro che merita di essere letto per l'intensità delle emozioni che racconta e soprattutto perchè l'autrice ha saputo vedere oltre, proiettando a posteriori tra le pagine narrate le ripercussioni della crudeltà umana che vivono latenti nella coscienza lacerata dei colpevoli nonchè nei sogni infranti   rimpianti dalle vittime.
 P. Appert
 
Rosa Orsini
"L'eco dei Ricordi"
lo trovi sul sito ilmiolibro.it
 

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