giovedì 26 settembre 2013

Shaul Knaz per la prima volta a Roma

L'artista israeliano espone i suoi quadri alla Ermanno Tedeschi Gallery nella suggestiva cornice del Portico d'Ottavia.


dal 24 settembre al 31 ottobre 2013

foto Marco Borgese
testo Rosa Orsini


Shaul Knaz
Roma 24 settembre 2013, Portico d'Ottavia. Sotto il cielo stellato dello storico quartiere che conserva i profumi e le atmosfere del passato, la Ermanno Tedeschi Gallery apre la stagione con una personale dedicata all'artista israeliano Shaul Knaz. 

Una vetrina importante che porta per la prima volta in Italia le opere del maestro, presente all'inaugurazione della mostra. Il pubblico avrà modo di ammirarla fino al prossimo 31 ottobre.
Nato nel 1939 nel Kibbutz Gan Shmuel, in Israele, Shaul Knaz propone un proprio modo di fare arte risultante da una lunga esperienza come illustratore ed artista grafico. Un processo evolutivo che lo ha portato a cercare e infine trovare un proprio linguaggio espressivo, originale quanto immediato. 


Knaz espone una visione personale della realtà che lo circonda, in un paese difficile qual è Israele, sottoposto a quotidiane tensioni sociali e politiche. Tema centrale del suo lavoro è il difficile rapporto tra le persone, il senso di alienazione che contrappone l'individuo alla società moderna che tende a soffocare la sua essenza, la sua umanità. Nei suoi quadri i soggetti che compongono l'insieme sono assemblati in maniera casuale, spesso ripetuti o ribaltati su uno spazio che nega la prospettiva. Ne risulta pertanto un'immagine piatta, bidimensionale. 

In altre opere invece si può notare come l'artista sia riuscito a creare dei moderni bassorilievi attraverso l'uso del tubetto di colore direttamente su tela o la sovrapposizione di materiale plastico. I colori accesi e l'originalità della composizione fanno sì che sia considerato un'artista unico nel suo genere.
Mi avvicino discretamente al maestro, mi presento e gli chiedo un'intervista. Knaz, accompagnato dalla moglie Hanna, una gentile e affabile signora, accetta di rispondere alle mie domande.


Domanda. Quando è iniziata la sua attività artistica?
io e Shaul Knaz
Risposta: Non so. E' accaduto. Non è stato frutto di una vera e propria decisione. Inizialmente ho lavorato come art designer per delle riviste in Tel Aviv. Ho fatto molte illustrazioni per alcune riviste, ho disegnato anche vignette e fumetti politici ma negli ultimi anni ho abbandonato questo genere perché cercavo qualcosa che fosse veramente basilare nella vita. I giornali sono aggiornati up to date. Cosi ho cercato di sviluppare un mio modo speciale di fare arte. L'essenza della mia arte si basa sulla capacità o meno della gente di vivere insieme. Penso che nella vita moderna sia molto più critico vivere insieme alla gente che comunicare con lo smart phone. Come può vedere ogni uomo e ogni donna cercano di raggiungere l'altro, e non sempre ci riescono. Ciò nonostante non smettono di provarci.

 
io e Koga, la figlia di Shaul Knaz

io, Shaul Knaz e la moglie Hanna
Domanda: Prende ispirazioni dalle sue emozioni, dalla sua vita in generale?
Riposta. Certo. Come lei sa io vivo in un paese molto speciale e continuamente sotto pressione. Molti di noi sono molto coinvolti nei movimenti politici per la pace.

Domanda: Lei vive in Israele?
Risposta: Sì. La situazione in Israele porta molta tensione nella vita quotidiana. Molte persone cercano di vivere insieme, di non cedere, ma non è facile nella vita moderna. Così anch'io cerco di competere con una situazione senza soluzione. Ma è interessante cercare di registrare la realtà anche in questo modo.

durante l'intervista

Domanda: Cerca di glorificare la vita usando il colore? Può essere questa un' interpretazione del suo lavoro?
Risposta: Vivo una costruttiva disillusione. O diciamo piuttosto un pessimismo costruttivo. I colori rendono l'intera vita intorno a me più colorata. (gioco di parole). Ma nel profondo del mio cuore sono molto pessimista riguardo alla situazione del mio paese, ai rapporti tra la gente.

Domanda: Ma coltiva la speranza?
Risposta: Sì. Bisogna avere speranza. Bisogna creare, spronare la gente a pensare alla propria vita e cercare di trovare se stessi in un modo o nell'altro.

Domanda. E' la prima volta che viene a Roma?
Risposta: In passato siamo venuti a Roma con un tour organizzato. Ma soltanto oggi la scopriamo veramente. E' meravigliosa. E' la patria della cultura, dell'arte.

Domanda: L'ultima domanda. Può dirmi qualcosa riguardo alla sua tecnica pittorica?
Risposta: E' un mix di materiali. Acrilico da una parte e colori industriali nell'altra. Ma utilizzo anche colori ad olio. Cerco sempre di scoprire nuove tonalità mescolando tante gamme di colori.

E con un ottimo risultato, concludo. Termina così la mia intervista. Ringrazio l'artista e la sua gentile signora e ripercorro con gli occhi i quadri esposti. Una mostra veramente interessante da ogni punto di vista.






 












 













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