mercoledì 5 novembre 2014

Lena Salvatori "Variazioni su un tema di paesaggio"


dal 30 ottobre al 20 novembre 2014
Galleria Artisti ai Banchi
Via dei Banchi Nuovi 21c Roma

(foto e testo di Rosa Orsini)

Una piccola galleria a via dei Banchi Nuovi, al centro di Roma, presenta fino al 20 novembre un interessante lavoro di Lena Salvatori, pittrice di grande sensibilità, che nasconde dietro una tenera timidezza il genio creativo di una mente illuminata che basa sullo studio e sulla sperimentazione della pittura la ricerca di una tecnica personale. Il paesaggio, la campagna sono i soggetti di questi quadri suggestivi avvolti nell'ombra del crepuscolo.
Una natura che sta scomparendo soffocata dal cemento, quella della campagna romana che l'artista osserva passiva dipanarsi velocemente davanti ai suoi occhi attenti nel suo viaggio quotidiano che da Tivoli la conduce a Roma. Ispirata ai paesaggisti romantici dell'ottocento Lena Salvatori supera il limite della percezione sensoriale affidando il suo genio creativo alla conoscenza scientifica che apre le menti, allarga gli orizzonti. Pertanto l'artista apprende voracemente ciò che oggi la conoscenza ci elargisce, prodiga di insegnamenti, per poi accantonare i condizionamenti e dare libero slancio alla sua vena artistica. 
C'è una ripetizione nei soggetti riprodotti sotto luci e sfumature diverse. L'artista riesce a cogliere i cambiamenti impercettibili della luce che tramonta tra le pieghe del cielo, tra i rami intrecciati o sopra le piane distese che sfumano all'imbrunire. Nonostante ad un primo approccio la serialità dei soggetti confonda lo sguardo, le differenze cromatiche, i giochi di luce che emergono dallo sfondo diversificano i quadri uno dall'altro donando ad ognuno un segno di originalità. L'atmosfera crepuscolare fa sognare e la disposizione sulle pareti delle tele a trama grezza, spoglie, senza cornice, dà l'idea di trovaci in un piccolo teatro circondato da una scenografia assemblata da singoli pezzi, in una foresta incantata dove elfi, fate e gnomi si incontrano per suggellare un patto segreto.
Lena Salvatori proprietaria di questa piccola galleria o meglio come lo chiama lei di un negozio di quadri mi racconta il suo percorso artistico. Prima di aprire questa spazio aveva una libreria a via Ripetta. Era una libreria di libri d'arte. Ma le vicissitudine l'hanno portata ad aprire questo piccolo ma elegante negozio di quadri.

Domanda: Lei ha sempre dipinto?
Lena: Sì, da quando ero piccola. Prediligevo soggetti figurativi. Ho fatto l'accademia ma non l'ho finita, perché poi ho studiato restauro. E poi ho incominciato a lavorare in libreria a via Ripetta dove si vendevano libri d'arte.
Domanda. A cosa si è spirata principalmente per la realizzazione di questi quadri che peraltro sono molto suggestivi?
Lena: Per questi paesaggi mi sono ispirata alla pittura romantica. Cercavo un soggetto diverso dalla figura per mettermi un po' alla prova, diciamo. Mi piace molto la pittura romanica ma mi piaceva soprattutto la filosofia che c'è dietro l'osservazione del paesaggio. Però dovevo trovare anche una maniera un po' diversa per essere in sintonia con i nostri tempi.
Domanda: Queste tele ad un primo sguardo sembrano riprodurre lo stesso soggetto ma in realtà ci sono delle differenze che li contraddistinguono.
Lena: Infatti la mostra si chiama “variazioni su un tema di paesaggio” nel senso che mi interessava la serialità, la variazione, il piccolo cambiamento. Lo stesso soggetto non è l'albero o il cespuglio, è la campagna intorno a me. Poi in questo periodo sono andata ad abitare vicino Tivoli quindi facendo sempre in macchina Roma Tivoli ho potuto osservare un paesaggio che per me è diventato abituale, anche molto rovinato. Ma non solo con l'edilizia. Si è guastato anche il modo di vivere. Il senso della natura non c'è più. Anche se uscendo da Roma c'è sempre come un sospiro quando ti vedi davanti un pezzetto di campagna. All'inizio mi sono detta che come tema il paesaggio poteva essere interessante. Anche per rimanere attaccato a quello che stavo vivendo in quel momento.
Domanda: I quadri sono un po' crepuscolari. Le tonalità sono per lo più scure su uno sfondo evanescente.
Lena: E' il caso, diciamo, perché all'inizio comunque ritraevo l'alba e il tramonto, quando c'è una luce un po' più particolare. Però di giorno è più complicato perché c'è troppa luce e il colore del cielo è uniforme.
Domada: Quindi lei è affascinata da questa atmosfera più notturna.
Lena: Be sì, non perché sia notturna ma perché ci sono più effetti di luce, sfumature particolari. Qualche volta c'è la nebbia, qualche volta un'aria strana, una luce gialla. Io quando dipingo cerco di non pensare. Poi accade che c'è una cosa che mi colpisce così dal vivo, istintivamente.
Domanda: Lei dipinge dal vivo?
Lena: veramente no. Ma questi quadri non sono ricostruiti neanche a memoria perché ho utilizzato anche le foto per ricostruire la memoria. Poi interviene il caso. Proprio per evitare di essere troppo figurativa come è il mio segno naturale ho scelto una tela a trama grossa, cioè mi sono creata delle difficoltà e ho cercato di incontrare anche il caso. Come le pieghe della tela, il colore che ti capita sotto mano. Di trovare proprio nel procedimento stesso una tecnica. Una tecnica che trovi strada facendo.
 Domanda: Quindi il soggetto nasce da tante componenti, non soltanto dall'idea.
Lena: Per esempio ho pensato che i pittori romantici guardavano il paesaggio con lo spirito del tempo. Oggi i tempi sono diversi. Io ho ricominciato per esempio a studiare. Ho pensato “vediamo come sono arrivati con l'ottica” e così ho scoperto i fotoni, e da lì le particelle. Quindi ho studiato un po' fisica, filosofia, letteratura. Diciamo che ho cercato molte ispirazioni. Con questo voglio dire che oggi abbiamo una serie di conoscenze diversa dalla realtà dell'ottocento. Poi però quando dipinto cerco di dimenticare. Assimilo prima e poi vedo che esce fuori. E' una sorpresa anche per me. Io non trovo la pittura un'espressione di me stessa, assolutamente. Nel senso diciamo che l'ispirazione devo trovarla lì per lì, deve sorprendere me personalmente mentre dipingo.
Domanda: Questa è la sua prima mostra?
Lena: Ho fatto un'altra mostra personale qui a Roma e delle collettive. All'inizio, quando ho smesso di lavorare, non pensavo di farne un lavoro. Anche se ho sempre avuto la passione della pittura, compreso il fare copie dei pittori che amo e che sono tanti. La prima copia l'ho fatta quando avevo nove anni. Era un Cezanne, “la tovaglia con le mele”. In vita mia ne ho copiati tanti. Quando ero adolescente copiavo gli impressionisti. Quando ho chiuso la libreria volevo fare qualcosa di difficile e ho copiato un Vermeer. Poi per caso avevo la nipotina che voleva dipingerlo pure lei. Ho fatto una foto alla nipotina e poi ho fatto un quadro alla nipotina. Cose così da hobbista. Anche tecnicamente avendo studiato restauro. Fare le copie mi piace da questo punto di vista come studio della pittura. Così, facendo copie ho cominciato a dipingere delle figure. La prima mostra erano composta da quadri figurativi ma non pensavo di fare un lavoro artistico, erano quadri per me. Poi è capitato di esporre e quindi ho cominciato a pensare che questa poteva essere la prima di una serie di lavori. L'ho pensato quindi come lavoro.
Domanda: Invece questa galleria d'arte che cosa propone solitamente?
Lena: Intanto io non la chiamo una galleria d'arte ma un negozio di quadri, nel senso che adesso c'è una personale, ma prima c'erano quadri di vari autori, alcuni astratti, alcuni figurativi. Erano messi a disposizione di un pubblico che voleva acquistarli.

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