giovedì 12 marzo 2015

EX-POST Francesco Pergolesi e Marco Maria Zanin


Mostra fotografica

5 marzo- 4 aprile 2015
Riccardo Costantini Contemporany 
 Via della Rocca 6/b
10123- Torino
(testo Rosa Orsini)




La mostra si presenta come un dialogo espressivo, fatto di immagini e accurati parallelismi, tra due personalità artistiche diverse nello stile e nella scelta dei soggetti, simili nel proporre una visione d'insieme, uniche comunque nel loro genere. Francesco Pergolesi e Marco Maria Zanin, entrambi veneziani, sono due giovani artisti, due fotografi di grande talento che hanno deciso di presentare congiuntamente alla Riccardo Costantini Contemporany di Torino i loro bellissimi lavori, in esposizione fino al prossimo 4 aprile 2015.
Francesco Pergolesi, nato a Venezia 1975, vive e lavora tra Roma e Barcellona. Lo abbiamo conosciuto alla galleria Vittoria di Roma lo scorso dicembre, dove ha presentato un progetto site- specific intitolato Heroes Margutta. Il suo lavoro di indagine fotografica si focalizza sul mondo degli antichi mestieri, sulle botteghe artigianali ormai in via di estinzione a cui conferisce quella patina magica ed evanescente che cattura e suggestiona; una ruota caleidoscopica di immagini dove lo sfondo si confonde, in un ballo turbinoso e colorato, con i personaggi soggetto della scena, ponendoli in una dimensione sospesa, quasi metafisica. Un progetto che propone in minima parte in questa mostra insieme ad altri lavori realizzati in giro per il mondo anch'essi rappresentativi della ricerca sugli antichi mestieri.
Marco Maria Zanin, nato a Padova nel 1983 dove vive e lavora, è un nome a noi nuovo ma non per questo meno degno di annotazione. Il suo approccio fotografico alla realtà veneta ci regala atmosfere suggestive che oscillano tra sogno e realtà, evocano tempi lontani di cui ora percepiamo il riverbero dei suoi ultimi bagliori; un' eco di antiche vestigia su paesaggi desolati e sconfinati avvolti nella nebbia.
Due modi diversi quindi di osservare la realtà, di coglierla nei suoi aspetti più profondi, umani, genuini, dove anche il paesaggio assume un'identità specifica. Nel conferire ad essa un ruolo di primo piano, ponendola in una dimensione senza tempo, sospesa tra passato e presente. “ragionano insieme sul senso dell’ “ex”, con l’unico intento di ridonare dignità e luce a questi luoghi nel post”. E lungo questo sentiero ci conducono nel loro mondo regalandoci infinite emozioni.

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