sabato 10 ottobre 2015

“La gaia ittiologia” di Renata Solimini presentata alla galleria Vittoria a Roma


Forme e colori di un universo marino, bizzarro e surreale


8 March Fish
(testo Rosa Orsini)
Presentata alla galleria Vittoria di Roma la prima personale dell'artista romana Renata Solimini.
Un tuffo in un fantasioso mondo marino, un acquario di pesci dalle forme bizzarre e colorate che accedono le pareti della storica galleria, risucchiandoci in un vortice di emozioni visive. Riallacciandosi alla rappresentazione simbolica della femminilità, espressa mediante i dettami della cultura cinese, l'artista attinge spunto ed ispirazione dal mondo acquatico.
La fascinazione per l'oriente l'ha portata a completare gli studi accademici di Letteratura Cinese all'università “La Sapienza” di Roma, e a frequentare, durante un soggiorno in Cina, i corsi di calligrafia e pittura tradizionale con dei maestri locali. Questa esperienza, unica e personale, ha avuto un'influenza decisiva sul suo percorso artistico, permettendole di pervenire ad una maggiore consapevolezza del suo fare pittura, soprattutto con riguardo alla scrittura orientale, matrice originaria di un linguaggio visivo. Cosicché la grafologia pittorica le consente di giungere, in questo contesto, ad un'interpretazione personale di un simbolo riconosciuto dalla cultura cinese.
La figura del pesce, proposta ripetutamente come soggetto compulsivo, concettualizzato ed interpretato dall'elaborazione creativa della Solimini, cela dietro la parvenza di una “gaia rappresentazione ittiologica”, una valenza più profonda, che scaturisce dall'introspezione psicologica del femminile.
Medusa
La sua natura di genere la porta ad immergersi nella dimensione acquatica per risalire ad un realtà antica, ancestrale, associando il mare all'utero materno, e, ancor più, all'idea procreatrice del brodo ancestrale, da cui ha avuto origine il mondo.
Ma Renata estende il pensiero ad un linguaggio universale. Nell'analisi introspettiva, anche il concetto di armonia assoluta, espressa dallo yin e dallo yang, del femminile e del maschile, trova spazio tra i suoi soggetti. Il pesce e la stella marina, figure che rappresentano i due elementi, coabitano gli spazi marini, onirici, surreali, suggestivi.
Prevale soprattutto un grande senso del colore, “innato” come afferma l'artista. Un uso magistrale della tecnica pittorica ma anche della personale espressione di una tecnica mista che si avvale dell'applicazione di oggetti che fanno parte dell'universo femminile, come piccole perline colorate, bracciali, bottoni. In alcuni casi Renata applica sulla tela anche piccole scatole, che conferiscono un effetto di tridimensionalità dell'immagine. Tutto è dipinto nei minimi dettali, nulla è lasciato al caso, ma studiato, definito e completato. Renata si avvale anche dell'uso di pennelli di diverso formato per realizzare i suoi lavori. Partendo di base dalla pennellata larga e aperta per colorare gli sfondi, ripiega sui piccoli pennelli di crine per colorare i particolari minuziosi delle scaglie colorate, delle code morbide e fruscianti come lembi di stoffa, e dei filamenti tentacolari delle gigantesche meduse.
Sulle pareti della galleria presenti dei quadri risalenti ad un precedente ciclo pittorico, in cui l'astrattismo della tela vede l'inserimento di un altro oggetto caro alla tematica dell'artista, ossia l”occhio”, che guarda, scruta e perviene alla conoscenza di ciò che va oltre il tempo e lo spazio. L'occhio che nella forma allungata assomiglia a quella del pesce, una trasfigurazione del disegno che assume quindi significati differenti ma che non esclude una connessione. Le due figure pertanto concorrono a completare il messaggio concettualizzato di Renata Solimini, che in questa breve intervista ci spiega la sua tematica personale.
Double Fish

Domanda: La tua produzione risente molto della cultura cinese che tu hai studiato e approfondito durante il tuo soggiorno in Cina. Soprattutto la scrittura, che è la matrice del suo linguaggio pittorico. Cosa ha di affascinante l'ideogramma cinese?
Renata: Nell'ideogramma il segno è molto importante. Contiene l'idea visiva di quello che può significare. All'inizio la scrittura cinese era composta da pittogrammi, che permettevano di comprendere cosa volessero indicare. Poi pian piano la scrittura si è evoluta, anche se fino ad un certo punto, perché non ha sviluppato l'alfabeto. Ogni ideogramma è composto da due parti, che danno soltanto un'idea o un suggerimento di cosa vogliono significare. Ma è tutto da imparare a memoria.

d: Parliamo del soggetto che nasce da una tua interpretazione della figura del “pesce”.
Renata: Nel 1992 ero a Nanchino, in Cina, con una borsa di studio. Durante i miei corsi avevo fatto un pittogramma del pesce, con un occhio molto pronunciato, ripreso da un pittogramma originario e documentato. L'elemento dell'occhio ha caratterizzato tutta la mia produzione precedente, dal 2013 al 2014. Poi dall'occhio ho cominciato a sviluppare il pesce. Non so spiegare quale è stato il meccanismo per cui tutto ciò è accaduto, però alla fine di un percorso artistico sono ritornata a quel pittogramma cinese che avevo fatto più di vent'anni fa. Ho trovato molto interessante il simbolismo del pesce, perché mi piace la teoria dell'origine della vita, del brodo primordiale in cui si sono sviluppati i primi microorganismi. Mi piace molto l'idea dell'evoluzione, della vita che ci unisce tutti nella stessa forma, dallo stesso istante. I pesci mi ricordano la nostra comune origine di esseri che vivevano nell'acqua. Inoltre è un tema che si può sviluppare con una fantasia sfrenata, che puoi inventarti e sbizzarriti con tutte le forme e i colori.

d: E' una tematica in cui senti di riconoscerti e che hai intenzione di sviluppare?
Renata: Non escludo ogni tanto un cambiamento di percorso. Mi piace anche spaziare. Dai pesci posso passare alla stella marina, che ripropongo, in alcune opere, vicino ad ogni pesce, come per ricordare che accanto all'elemento maschile c'è sempre l'elemento femminile. In un altro quadro ricorre la filosofia cinese, taoista, lo yin e lo yang, gli opposti che si compenetrano e formano la realtà assoluta, l'armonia. E' un concetto che ripropongo spesso nei miei lavori. C'è sempre la ricerca di un equilibrio tra i due elementi, che penso rimarrà un punto fisso della mia filosofia.
Multimedia Fish

d: Nei tuoi quadri hai giocato molto con le tonalità di colore. Le code e le scaglie dei pesci, i fondali concorrono a formare un arcobaleno di colori.
Renata: Il senso del colore è innato in me, mi è sempre appartenuto. Non ho dovuto studiare in maniera particolare gli accostamenti, tutto avviene in modo istintivo. Ho davanti una serie di colori e comincio a mischiarli. Uso vari pennelli di diverse dimensioni, quello piccolo per fare i particolari, quello grosso a seconda del tratto. Ma mi piace molto attaccare anche degli oggetti, che come vedi fanno parte della composizione pittorica.

d: Quindi non solo pittura ma anche tecnica mista, nel momento in cui c'è l'applicazione di materiali eterogenei, di collages e altri oggetti. Come nasce questa scelta?
Renata: L'uso dei materiali mi è sempre appartenuto. Anche dopo la Cina, quando ho cominciato la mia corrente pittorica. Inizialmente ho cominciato a riciclare scatole. I miei primi lavori erano fatti con delle scatole attaccate. Erano molto materici, con dei segni simili alla scrittura. Sempre molto colorati. Successivamente mi sono allontanata e ho realizzato solo opere pittoriche. Non ero sicura di continuare su quella strada. Poi ho ripreso di nuovo ad utilizzare oggetti, anche se non tendo a mettere scatole. Piuttosto cerco ispirazione dalle forme che trovo, come braccialetti che non uso più o perline, e li applico su queste creature del mondo marino dove si adattano molto bene, perché le rendono più vive, più particolari, gli danno luce e tridimensionalità.

d: Parliamo di un quadro che si differenzia da tutti gli altri, che è quello con i cd intitolato Multimedia Fish. In questo caso sei stata molto attuale. Nei tuoi quadri c'è molta femminilità, e ciò si deduce dalla scelta delle applicazioni di bottoni e piccoli oggetti. Ma in questo quadro hai tralasciato la pittura, hai scelto il cartone come base, e quindi diventa unico rispetto agli altri.
Renata: Avevo collezionato un po' di cd con l'idea di farci prima o poi un lavoro. Inoltre avevo delle tavole di cartone. All'improvviso ho trovato l'ispirazione da tutto questo materiale. Non so neanche io come mai riesco a fare queste cose e neanche le potrei ripetere. Diciamo che tendo ad accumulare materiali pensando che prima o poi mi serviranno nel mio lavoro.

d: Per concludere questa piacevole chiacchierata, quali sono i tuoi prossimi impegni in agenda?
Renata: E' in programma la mostra di Mail art, che piace molto perché si spedisce in tutto il mondo, e ti dà la possibilità di stare in contatto con artisti di tutte le nazionalità. E poi l'appuntamento con la galleria Vittoria, che ogni anno organizza una mostra al museo di Sant'Oreste. Infine, il prossimo dicembre, una collettiva a Genzano.